With the patronage of: Comune di Trento Step – Scuola di Governo del Territorio e del Paesaggio
With the patronage of: Palazzo Thun Archivio Storico di Trento Biblioteca Comunale di Trento
Soprintendenza per i Beni Culturali Archivio Fotografico Storico Assessorato alla Cultura del Comune di Trento
Photo: Jacopo Salvi
Year: 2016
During the night of November 4 1966, the Adige River burst its banks in Roncafort, provoking the flood of the Adige Valley and invading part of the historic center of Trento. A research project, curated by Campomarzio for a period of over a year, allowed the survey and the redrawing of more than 1500 buildings, composing a snapshot of the urban plan of Trento in that tragic day. The flood waters have invaded a city in its economic boom, at the Dawn of Postmodernity, in a period in which huge industrial plants coexisted with farms, ancient buildings and new social housing blocks. The redrawn urban plan represents the urban space of the city in 1966, abolishing for a while any kind of hierarchy between internal and external spaces, private and public realms. An obsessive and fragmented picture, the archeological survey of a passed and forgotten city, which was facing the paradigm shift from industrial to tertiary economy. The 1966 urban plan is retroactively confronted with the contemporary city, and with the many potential cities that could have been and that never existed.
La notte del 4 novembre 1966 il fiume Adige ruppe gli argini di Roncafort provocando l’allagamento di tutto l’agro trentino e di parte del centro storico. Un’indagine, curata da Campomarzio e durata oltre un anno, ha consentito il recupero ed il ridisegno di oltre 1500 edifici restituendo l’immagine di Trento in quel tragico giorno. La piena sommerse una città in pieno boom economico, all’alba della post-modernità, in cui convivevano e si accumulavano giganteschi complessi industriali, case agricole, antichi palazzi e nuovi quartieri popolari. Il disegno descrive la dimensione spaziale della città di allora, abolendone momentaneamente ogni gerarchia, sovrapponendo spazi esterni e spazi interni, spazi pubblici e spazi privati. Un’immagine ossessiva e polverizzata, lo scavo archeologico di una città antica e dimenticata che già prefigurava la fine di un’epoca e di un sistema economico che da lì a pochi anni sarebbe entrato in crisi, lasciando spazio ad una nuova urbanità modellata sull’emergente settore terziario e direzionale. L’immagine della città che fu nel 1966 si rapporta così alla città che esiste ai giorni nostri ma al contempo anche alle molte città invisibili che sarebbero potute essere e non sono mai state, in un continuo rimando tra realtà e finzione, tra passato e presente, tra sogno e realtà.
Read the press release (italian only): 41166-41116
This is a unique website which will require a more modern browser to work!